mercoledì 19 settembre 2012

Sui colli all'alba - Loriano Machiavelli

Sarti scopre il cadavere di un'impiegata, nell'ufficio del re del caffè solubile di Bologna (che affronto per un amante del caffè come Sarti), Costantino de' Chiari. L'ispettore capo Raimondi Cesare sentenzia "omicidio passionale " e viene incolpato il fidanzato.
Tutto bene, anzi no: a casa del ragazzo, Piergiorgio Laffi, vengono trovate delle armi e dei volantini del Armata Rivoluzionaria Proletaria. Ed ecco che dal passionale si passa al politico. Vengono arrestati tutti i membri dell'armata, eccetto il ragazzo che è riuscito a scappare. Nella notte, mentre la polizia riceve una telefonata anonima che li avverte di una bomba alla stazione centrale, viene rapito Costantino (il re del caffè).
A causa degli insuccessi nella cattura del Laffi (il presunto assassino), Sarti viene destituito dalle indagini: potrebbe restarsene a casa a riposare o sulla macchina 28 a fare i giri di pattuglia. Ma viene quasi costretto a proseguire privatamente le indagini dalla madre del rapito, Antonia De Chiari: e qui iniziano i guai per Sarti Antonio, sergente.
Ha promesso ad Antonia, una bella donna cui non ha saputo dire no, che avrebbe indagato e riportato a casa il figlio, ma sa che l'ispettore capo (che gli ha piazzato come spia il compare di pattuglia Cantoni) non deve sapere che sta indagando. A chi rivolgersi per sbrogliare la matassa che coinvolge organizzazioni rivoluzionarie e la Bologna bene? Ma a Rosas naturalmente.
Assieme, Rosas, Sarti Antonio capiscono cosa sta dietro il rapimento: ricchi borghesi che perdono le loro giornata in giochi stupidi, finti rivoluzionari, borghesi anche loro, che giocano alla rivoluzione. Il tutto nella città di Bologna e con la solita ironia pungente di Sarti, che serve a rendere meno indolore la vita al sergente


Febbraio 2005
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