Cosa fa partire una indagine: un particolare che stona, fuori posto. Per
es. il fatto che un muratore (presunto) albanese fosse andato dal
manicure e avesse i piedi a curati. Oppure che in casa di un usuraio
morto non si trovi del denaro liquido ...
E poi l'illuminazione, l'intuito: che può arrivare anche da una mangiate di fave fresche, che scrocchiano mentre le mangi.
Tre
racconti brevi e tre lunghi; i racconti brevi sono uno sfizio che
Camilleri si vuole prendere per esplorare nuove tipologie di racconto,
per raccontare aspetti poco conosciuti e per mettere Montalbano in
situazioni a lui poco usuali, come una gita in montagna (lui omo di
mare).
Il racconto che da il titolo al romanzo parla della paura: in
gita in montagna con Livia, Montalbano aiuta un uomo a recuperare da
l'orlo di un precipizio la moglie. Questa tiene chiusi gli occhi e non
li riapre nenache quando viene salvata. Chiude gli occhi per non vedere
la realtà ... è l'occasione per riflettere sugli aspetti nascosti della
propria mente.
La paura di Montalbano è quella di scoprire, negli
abissi della psiche umana, uno specchio e di vedere, in quello,
riflettere la propria immagine.
I tre racconti lunghi: il primo
parla di un omicidio di uno strozzino, forse per scopo di rapina. Troppo
semplice: fidandosi del suo intuito, Montalbano segue una pista diversa
che lo porta al vero colpevole.
Il secondo affronta il problema
delle morti bianche, sul lavoro, problema di cui non se ne parla mai
abbastanza. In questo racconto avviene l'incontro-scontro tra Montalbano
e un suo alter ego: il maresciallo Verruso dei carabinieri.
L'ultimo racconto è, come per "Il cane di terracotta", un'indagine nel passato.
Il link su ibs
Novembre 2004
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