giovedì 13 settembre 2012

L'isola dell'angelo caduto - di Carlo Lucarelli

I personaggi dei noir di Lucarelli, ambientati nel periodo del ventennio, hanno un tratto in comune: la volontà di non lasciarsi schiacciare dal sistema (dittatoriale) ma vogliono, ostinatamente, soli contro tutti, far valere la giustizia. Sono persone deboli, in apparenza. Perchè vogliono cercare la verità anche quando nessuno vorrebbe vederla, anche quando non farebbe comodo. E' il senso dello stato, in uno stato che "per un pò di stabilità sociale e politica, si era venduto l'anima al diavolo".
L'isola dell'Angelo è un luogo dove vivo i prigionieri politici del regime fascista (al termine del libro Lucarelli spiega che è stata una forzatura, perchè nel periodo in cui si svolge la storia, il 1925, non esisteva ancora la pena del confino). Muore una camicia nera, apparentemente sembra un incidente. Ma il commissario, che stato trasferito sull'isola per aver arrestato nel 1923 dei fascisti rei di un pestaggio, è convito si tratti di un omicidio. In seguito a morire è un suo informatore e, ancora, sembrerebbe un incidente. Quale mistero si cela sull'isola? L'isola che è un carcere per tutti, non solo i prigionieri, ma anche per il commissario e per sua moglie, resa folle dalla solitudine del posto. Folle come forse lo è Mazzarino, il capo delle camicie nere: è il personaggio meglio descritto del libro, il custode del segreto che aleggia nell'isola. Nato e cresciuto sui monti, avrebbe trascorso tutta la sua vita a cacciar vipere e muli se non
fosse arrivata la guerra prima e i fascisti poi. Tra i libri di Lucarelli, questo è meno di azione: si è soffermato più sulla descrizione dei luoghi (l'isola coperta da nubi), del vento che soffia perennemente, piuttosto che sui dialoghi.

Nota a margine: nel libro si parla di confino e confinati. Cosa ne sappiamo noi di queste persone? Ogni anno grandi polemiche e scontri sulla "pacificazione" sul "sangue dei vinti", per screditare la lotta antifascista, che è vero, si macchiò anche di crimini su persone innocenti. Ma ci si dimentica dei morti, altrettanto innocenti, del ventennio, delle persone costrette a umiliarsi alla violenza del manganello. Non si può sostenere che anche il fascismo ha fatto qualcosa di buono. Una dittatura non può avere nulla di buono, per definizione.

Il link su ibs
Ottobre 2004

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