giovedì 13 settembre 2012

La pazienza del ragno - Andrea Camilleri

Inizio: Montalbano è a casa che rievoca l'operazione (era stato ferito nel corso dell'irruzione nella villa di un "trafficante di picciliddri", narrato nel libro Il giro di boa) e il periodo di convalescenza con Livia accanto.
L'indagine: una mattina arriva una telefonata da Catarella (che in commissariato sta facendo "le feci"). Una ragazza è stata rapita, Susanna; la sua famiglia non è considerata così ricca da giustificare un riscatto.
In famiglia, la persona con i soldi è il fratello della madre: un losco uomo d'affari, sopravvissuto a "Mani pulite" e ai crack delle sue aziende. Camilleri, per bocca di Montalbano, sottolinea come ora, questo gentiluomo, sia tornato pulito sulla ribalta ed abbia intenzione di candidarsi, col partito di maggioranza.
Montalbano deve collaborare alle indagini: capisce che è stato un rapimento anomalo. I rapitori continuano a mandare messaggi ai media ("TeleVigata"), piuttosto che alla famiglia, come se lo volessero far sapere a tutto il paese. Infatti tutto il pese comincia "murmuriare" contro lo zio ricco, perchè ai loro occhi è così meschino da non voler pagare il riscatto per aiutare la nipote: la sua immagine è così distrutta.

E' una ragnatela che un ragno ha pazientemente costruito per catturare la sua preda.

Nel finale, nel quale viene spiegato il mistero del ragno, un temporale bagna la scena e, continuando con l'allegoria della ragnatela, il vento spazza via anche la tela del ragno vero.

Scoperta la verità, Montalbano deve fare i conti con la propria coscienza. Si rende conto che nella sua vita ha preso a volte delle decisioni che lui riteneva giuste, ma contro le leggi ufficiali.
"Può un omo, arrivato alla fine della sua carriera, arribillarsi ad uno stato di cose che ha contribuito a mantiniri?"
Nel libro Camilleri ne approfitta per esprimere un suo giudizio sui politici: sul ministro dei trasporti, che permette l'alta velocità sulle strade nonostrante i morti. Sul ministro dell'economia, per la sua legge sul rientro dei capitali dall'estero.
Come gli altri libri, anche in questo sono presenti delle scene suggestive: l'ingresso nella camera della madre di Susanna (la rapita), morente, con Montalbano che vuole vedere l'immagine della sofferenza della donna e, di riflesso, della figlia. Montalbano che si tuffa nel mare ghiacciato per liberarsi dall'odore di morte. I ricordi della degenza in ospedale, quando ha paura di aver subito un trauma al cuore e si ricorda che non ha ancora pensato al testamento. Infine la scena della ragnatela (da cui l'allegoria con l'opera astuta del rapitore) che Montalbano scopre su un cespuglio cresciuto selvaggio sul muro di casa.


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Ottobre 2004

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