Un giallo ambientato ad Atene, nel 330 a.c., quando il regno macedone
di Alessandro Magno è in forte espansione e sta sconfiggendo le armate
persiane di Dario. Un ex arconte, Boutades, viene ucciso nella sua casa:
viene accusato un esule, Filemone, costretto a fuggire per aver ucciso
durante una rissa.
Lo deve difendere il cugino Stefanos, che è il
parente più prossimo di Filemone ma anche l'unico maschio della famiglia
(il padre è morto). Si ritrova così, solo, di fronte alle accuse della
fratria di Boutades, agli sguardi ostili degli ateniesi, che lo
considerano addirittura un amico dei persiani.
Stefanos, si rivolge
al suo vecchio maestro, Aristotele, l'unica persona di cui può fidarsi
in Atene. Questo l'inizio del romanzo, con Aristotele che ricorda il
personaggio di Sherlock Holmes: il libro non brilla per gli aspetti di
indagine, i colpi di scena, ma per la buona ricostruzione dell'ambiente
storico e sociale dell'epoca.
Sono descritti nel dettaglio i vestiti
degli ateniesi benestanti, gli arredamenti delle case, ma anche gli usi,
come il rito funerario e le varie fasi del processo che Stefanos deve
affrontare.
Come indagatore, Aristotele, ricorda altri personaggi del giallo come
Nero Wolfe, poichè si muove poco dalla propria casa: è Stefanos il suo
braccio, che dovrà travestirsi per mischiarsi ai pescatori del Pireo,
accompagnare la moglie del cugino al sicurio in Macedonia ed essere
coinvolto in un imboscata in cui rischia la vita. Ma le deduzioni
logiche de "La Mente" permetteranno l'analisi degli indizi e alla
risoluzione dell'enigma.
Marzo 2005
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