Un libro che ha come tema centrale l'incontro tra due culture: quella
romana, della roma tardo imperiale, e quella cinese, il regno dei
draghi. Di questo incontro non esistono prove certe, come afferma
Manfredi in una note a fine libro, ma sono ipotesi provate da documenti
in mano a storici.
La storia inizia con l'assedio di Edessa, nel 260 d.c.: le truppe di Shapur
I, re di Persia, costringono l'imperatore romano e la sua scorta, a
negoziare la resa. Ma l'incontro è un tranello: l'imperatore Valeriano, il suo ufficiale di scorta, Metello
e altri 9 legionari, vengono catturati e rinchiusi in una miniera da
cui nessuno è riuscito a fuggire: marciranno ai lavori forzati come
miserabili malfattori. L'imperatore muore di stenti e Metello giura di
riportarne le ceneri in patria: riescono a fuggire e a rifugiarsi in
un'oasi, dove incontrano un commerciante di seta, Daruma.
Questi li convince di diventare la scorta di un principe cinese,
braccato come loro dai persiani, fino al paese chiamato Sera Marior: il
regno cinese.
“Venendo con me – continuò Daruma – vedrete cose che
nemmeno immaginate che possano esistere, conoscerete un mondo che nessun
altro della vostra terra ha mai visto e vedrà mai.”
Questa è la parte migliore del libro: i romani attraverso le foreste
dell’India, le montagne dell’Himalaya, i deserti dell’Asia centrale fino
a raggiungere la sede di una civiltà dalla cultura antica e
meravigliosa. Qui Metello scopre che la persona che hanno scortato è un
principe di un regno cinese, che è stato usurpato del suo potere.
Durante il viaggio lo ha incuriosito parlandogli della sua cultura:
questa si basa sul potere della mente e che si rafforza con la
meditazione. La forza dei romani sta nella “virtus”: “Significa
forza virile, ma è difficile spiegarne veramente l'essenza. È la forza
che ci spinge a dare la vita per la nostra famigliae la nostra patria,
se necessario, senza sperare in nulla se non nel ricordo che rimarrà del
nostro onore”.
In Cina, nel regno del nord, Metello aiuterà il principe Dan Quing a sconfiggere il feroce rivale, facendosi aiutare gli spettri di un'armata scomparsa secoli prima, nella battaglia decisiva.
Il libro si svolge attorno alla figura del comandante Metello. Esso
incarna tutti i valori dell'eroe, come in altri libri di Manfredi: il
senso dell'onore, dell'amicizia, della fedeltà alla parola data e ai
propri valori, il rispetto degli altri popoli che incontra. Nel suo
straordinario viaggio si trova trascinato in un mondo nuovo, avvolto da
una natura sconosciuta, misteriosa, ma che lo affascina: dai venti
monsonici, alle alture dell’Himalaya, il cui superamento costituisce una
severa prova per i romani, fino al regno dei draghi, in cui tutto è una
scoperta. Le costruzioni, le tecniche di combattimento fino ai frutti
di questa terra: dalle arance ai melograni, fino al grano di palude (il
riso). Forse il finale può risultare un po' scontato, ma in generale è
una lettura interessante, scorrevole, nel quale lo spirito trascinante
dell'avventura non abbandona mai il lettore.
aprile 2005
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