lunedì 24 settembre 2012

Con la morte nel cuore di Gianni Biondillo

Michele Ferraro è un ispettore di polizia del commissariato di Quarto Oggiaro. Non è un super eroe, non è un cuoco sopraffino (alla Montalbano), amante della buona cucina, ma una persona che deve fare i conti con molte difficoltà personali, come l'essere separato con una figlia cui vuole molto bene e professionali, come dover fare il poliziotto in una città difficile come Milano.

La sua unica arma è l'autoironia; dall'intervista dell'autore a InfiniteStorie il dono più grande per un essere vivente - cani, gatti e scarafaggi compresi - è il senso dell’umorismo. Non auguro un futuro da geni incompresi alle mie figlie. Ma un futuro divertente. Che riescano a saper ridere di sé, innanzitutto, e poi delle avversità della vita. È la più grossa arma che abbiamo contro il qualunquismo, e l’omologazione imperante. E poi: conosco persone intelligentissime ma profondamente noiose. Ma non ho mai conosciuto nessuna persona divertente che non sia, anche, autenticamente profonda.

Con la morte nel cuore è un giallo a pretesto: l'obiettivo di Biondillo non è descrivere un'indagine, arrivare ad un assassino. Ma è lo stesso un vero piacere leggere un libro come questo, da gustare con calma: la stessa usata dall'autore per descrivere luoghi e persone, di una Milano, la vera protagonista del libro, descritta tramite alcuni suoi abitanti, estratti dai quartieri meno noti, personaggi che non compaiono nelle prime pagine nei giornali, ma ugualmente veri. Come “il baffo”, un ex viveour ora costretto a vivere sotto i ponti, troppo orgoglioso per chiedere i soldi o per vivere in un dormitorio. O come l'ispettore Michele Ferraro stesso.

Nel precedente libro, la storia terminava con l'ispettore che decideva di re-iscriversi all'università per laurearsi: ora si riparte con Ferraro di fronte ad un professore, suo ex compagno di studi. Il suo superiore, il vicequestore Zeni gli concede controvoglia una sorta di “part time”, ma per vendicarsi lo assegna a casi minori, come la scomparsa di un ragazzo, il tentativo di stupro da parte di un croato (o forse un serbo). Ferraro deve sottrarre il ragazzo al furore della gente del quartiere. Sono casi minori, che servono ad introdurre i personaggi e i luoghi: fino ad arrivare al “caso” finale, dove si intrecciano trafficanti di esseri umani e criminalità milanese.

Interessante lo stile narrativo, che cambia frequentemente: dal dialogo assurdo di Ferraro e Comaschi davanti alla macchinetta del caffè (che poverina, si meriterebbe in ringraziamento), all'utilizzo di articoli di giornale, per descrivere la strage di Quarto Oggiaro, fino all'utilizzo delle riflessioni e pensieri personali di Ferraro per descrivere in chiave ironica le persone che man mano incontra.

Citazione preferita- Il tempo su Milano

Il tempo a Milano è come una ragazzina perversa. Te la fa annusare, ma non te la dà. Siamo gonfi di voglia per settimane, per mesi. Ma niente, solo umidità, e una grande sete. Poi, quando te ne sei fatto una ragione, quando non ci pensi più, il primo scroscio di pioggia ti trova impreparato.
La ragazzina si è lasciata andaree ora è la più zoccola di tutta la classe. Ti bagna per giorni, pornografica, fino allo sfinimento.


marzo 2005
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