Questa è la storia di una ricerca che porta un gruppo
di persone profondamente diverse, a sostenere
un rito di iniziazione. Un capitano delle guardie svizzere, una studiosa
dell'Archivio segreto del Vaticano e un professore egiziano.
Questa è anche la storia di una ricerca: chi
sta rubando, dai più importanti musei del mondo, i pezzi della croce
dove è stato crocefisso Gesù? Suor Ottavia Salina viene chiamata in
Vaticano per decifrare dei simboli trovati sul corpo di un uomo,
ritenuto responsabile dei furti: sono sette croci e sette lettere
dell'alfabeto greco, atte a comporre la parola Stauros (in greco
"croce"). Viene affiancata dal capitano Glauser Roist e, in seguito,
dall'archeologo Farag Boswell, egiziano di madre inglese ma con lontane
origini italiane. Analizzando i simboli sul morto risalgono ad una
setta, gli Staurophylakes, un ordine fondato nel IV sec. d.c. dalla
madre dell'imperatore Costantino, i difensori della vera croce.
Scomparsi dalla storia, e dal mondo: come fare a rintracciarli?
I protagonisti dovranno subire un rito di iniziazione,
come tutti gli aspiranti Staurophylakes per essere ammessi nella setta:
sette prove per superare i sette peccati capitali, associate a sette
città del mondo occidentale. Roma per la superbia, Ravenna per
l'invidia, Gerusalemme per l'ira, Atene per l'accidia, Costantinopoli
per l'avarizia, Alessandia per la gola e Antiochia per la lussuria. Per
superare le prove Ottavia, la Roccia e Farag dovranno basarsi su una
fondamentale opera del Medioevo (e della nostra letteratura): Il
Purgatorio della Divina Commedia. Viene ipotizzato che anche Dante suia
statoun aspirante "Difensore della Croce". Nel "Purgatorio" Dante ha
fornito le chiavi per superare ogni prova, mascherando nei suoi versi,
per ogni cinta del monte del Purgatorio, anche la soluzione.
Un romanzo intenso, sullo stile de “Il nome della
Rosa” e “Il codice da Vinci”: superiore rispetto a quest'ultimo per
ritmo e per i richiami storici, presenti nel libro. La presenza di
questi può rendere pesante la lettura: ma è come l'iniziazione che
devono passare gli stessi protagonisti, ed anche il lettore dovrà
superare queste prove e non arrendersi a metà. Il risultato lo vale.
Rispetto al romanzo di Eco, invece, la scrittrice ha preferito dare un
finale positivo: laddove nel “Nome della Rosa” la biblioteca brucia e
preziosi volumi vengono bruciati per sempre, perdendo per sempre una
testimonianza della storia, ne “L'ultimo Catone”, le prove superate dai i
personaggi li portano a cambiare per sempre la loro vita.
Il Purgatorio temina con Dante che, uscendo
dall'ultima cinta, si addormenta ai piedi della montagna del Purgatorio,
sotto un cielo di stelle. L'indomani si congeda da Virgilio per sempre,
il quale non può più proseguire nel Paradiso (essendo un infedele,
anche se è stato uno spirito giusto). Nell'ultimo capitolo, invece, i
nostri arriveranno al Paradiso degli Staurophylakes: è la parte in cui
l'azione termina, per dar inizio ad una interessante descrizione di un
mondo utopistico, paradisiaco, dove vige l'insegnamento dell'arte e
della bellezza “La comprensione della bellezza è la vera strada e il
primo gradino verso la comprensione di ciò che è buono” (John Ruskin,
scrittore e critico inglese).
Febbraio 2005
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