Firenze 1300, Agosto: gli ultimi giorni da Priore di Dante
sono sconvolti da una serie di eventi incredibili. Per primo il
ritrovamento di una galea, che dal mare stava risalendo la foce
dell'Arno, il cui l'equipaggio è stato avvelenato. Nella nave, Dante
rinviene un curioso meccanismo che lo incurioscisce: sembra di origine
araba, ma non riesce ad intuirne lo scopo. Firenze è in quei giorni in
fermento, a causa dei sermoni del monaco Brindano, che invita i
fiorentini a seguirlo in una crociata, per liberare il santo sepolcro.
Altre morti seguono: in una locanda della città viene ritrovato il
cadavere di un'architetto, che stava costruendo nella periferia della
città una costruzione a pianta ottagonale, simile a Castel del Monte.
Dante inizia ad indagare sugli altri ospiti della locanda: cosa lega
quel gruppo di persone, filosofi, medici, teologi, al morto? Cosa sta
accadendo in Firenze? Leoni è stato bravo a ricreare il clima frenetico di Firenze, città sulla quale si sta allungando l'inquetante ombra di papa Bonifacio VIII: una città piagata dalla corruzione, dal vizio, contro i quali un "nervoso" Dante si batte impotente.
Nelle
ultime ore, prima che il suo mandato termini, con la sua autorità e gli
venga a mancare la protezione che la sua posizione di priore gli
assicura, Dante scopre la verità, che richiama dal passato lo spirito
dell'imperatore Federico II, morto (nel libro si ipotizza sia stato
ucciso) 50 anni prima.
Un giallo nel quale prevale l'ambientazione
medioevale, che restituisce un'immagine di Dante molto umana e
complessa: sofferente alle tentazioni della carne (come quando incontra
una ragazza che interpreta la falsa parte della Vergine di Antiochia),
ma intransigente alle corruzioni che minano la virtù della città che è
stato chiamato a governare. Ma ancne un fisosofo pronto a lanciarsi in
dispute filosofiche sulla ricerca della verità, con uomini, come lui
appartenenti alla città di Platone. Nel finale, la rivelazione
del meccanismo trovato nella nave (che è stata la causa delle morti),
l'ultima grande scoperta degli scienziati della corte di Federico, gli
indica l'immagine da utilizzare per il terzo mondo della sua grande
opera, il Paradiso della Divina Commedia.
Maggio 2005
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