Jack Mc Evoy è un giornalista di nera: suo fratello, detective della
omicidi, si uccide. Non convinto che il fratello, gemello, si sia potuto
uccidere decide di indagare da sé. Scopre che ci sono stati, in altri
stati, altri suicidi di poliziotti della sezione omicidi, che stavano
indagando su assassini di bambini: in tutti i casi, le morti e le
difficoltà del caso avevano ossessionato i poliziotti. Viene coinvolta
anche l'FBI e Jack, promettendo che non rivelerà nulla del serial killer
scrivendo un articolo, viene inserito nel gruppo di indagine. Inizia la
caccia al “Poeta”: l'assassino lascia una firma sui morti, un verso del
poeta Poe. Nella seconda parte del libro, il ritmo si accende: fino al
finale dove, in un colpo di scena incredibile, si svela l'identità del
Poeta.
E un giallo che segue un clichè già visto: l'assassino seriale, la
polizia locale che non riesce a sbrogliare la matassa, l'FBI impegnata
più a risolvere le sue beghe interne, e il singolo, in questo caso il
giornalista, che deve indagare. Jack prova un senso di colpa nei
confronti di Sean, il fratello, con cui aveva rovinato i rapporti a
seguito di un litigio (l'indagine che stava ossessionado il poliziotto).
Merito dello Connelly, aver saputo costruire una trama complessa, che
si svela al lettore solo alla fine.
Gennaio 2005
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