Un tentato omicidio in una cittadina del nord della Francia, vicino
Brest, Concarneau: un uomo viene sparato all'uscita di un bar. Segue un
vero omicidio, di un industriale, Le Pommeret. L'assassino sembra voler
colpire tutti gli appartenenti ad una cerchia di amici, che si
ritrovavano nel bar della cittadina: un medico, l'industriale morto, il
sindaco e un giornalista di provincia. Come unico denominatore un ceane
giallo, che si trova sempre sulle scene del crimine e di cui la
cittadinanza, ma anche le persone del bar, che si sentono un bersaglio
inerme, iniziano ad avere paura. Come se il cane fosse la loro
coscienza, cui rendere conto per un antico torto.
Ad indagare sulla vicenda il commissario Maigret: in realtà sembra
non voler nemmeno indagare e lasciare neanche quando il sindaco lo
minaccia dicendogli fi ritenerlo responsabile della situazione di panico
che si è creata. Ma Maigret, affiancato da un giovane ispettore, Leroy
ha una sua strategia, che si rivela nei dialoghi col collega: il suo
metodo è basato sulla intuizione piuttosto che sulla deduzione (raccolta
delle impronte, delle testimonianze). “ ho preso questa inchiesta
dal rovescio, il che non mi impedirà di prendere la prossima dal diritto
.. Una questione di atmosfera .. di facce .. Arrivando qui – gli dice
ad un certo punto – mi sono trovato davanti ad una faccia che mi è
piaciuta e non l'ho più mollata... ”.
Ne risulta un noir atipico, ma non meno “giallo” di altri: il punto
di vista dello scrittore non è più che sta facendo l'indagine, ma gli
altri personaggi, i quali vengono descritti molto bene, come i luoghi.
In buona parte del libro l'investigatore è solo una presenza accennata
(non sono presenti le sue riflessioni, i suoi pensieri), che solo alla
fine del libro si ri prende le luci della ribalta per spiegare le
ragioni dell'assassino.
Il link su ibs
Gennaio 2005
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