giovedì 13 settembre 2012

Il cane giallo di Georges Simenon

Un tentato omicidio in una cittadina del nord della Francia, vicino Brest, Concarneau: un uomo viene sparato all'uscita di un bar. Segue un vero omicidio, di un industriale, Le Pommeret. L'assassino sembra voler colpire tutti gli appartenenti ad una cerchia di amici, che si ritrovavano nel bar della cittadina: un medico, l'industriale morto, il sindaco e un giornalista di provincia. Come unico denominatore un ceane giallo, che si trova sempre sulle scene del crimine e di cui la cittadinanza, ma anche le persone del bar, che si sentono un bersaglio inerme, iniziano ad avere paura. Come se il cane fosse la loro coscienza, cui rendere conto per un antico torto.
Ad indagare sulla vicenda il commissario Maigret: in realtà sembra non voler nemmeno indagare e lasciare neanche quando il sindaco lo minaccia dicendogli fi ritenerlo responsabile della situazione di panico che si è creata. Ma Maigret, affiancato da un giovane ispettore, Leroy ha una sua strategia, che si rivela nei dialoghi col collega: il suo metodo è basato sulla intuizione piuttosto che sulla deduzione (raccolta delle impronte, delle testimonianze). “ ho preso questa inchiesta dal rovescio, il che non mi impedirà di prendere la prossima dal diritto .. Una questione di atmosfera .. di facce .. Arrivando qui – gli dice ad un certo punto – mi sono trovato davanti ad una faccia che mi è piaciuta e non l'ho più mollata... ”.
Ne risulta un noir atipico, ma non meno “giallo” di altri: il punto di vista dello scrittore non è più che sta facendo l'indagine, ma gli altri personaggi, i quali vengono descritti molto bene, come i luoghi. In buona parte del libro l'investigatore è solo una presenza accennata (non sono presenti le sue riflessioni, i suoi pensieri), che solo alla fine del libro si ri prende le luci della ribalta per spiegare le ragioni dell'assassino.

Il link su ibs
Gennaio 2005

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