Una sera, in un albergo fuori Bologna, Sarti Anttonio scopre nell'armadio della camera (dove sperava di passare la serata in compagnia della biondina) il cadavere di una ragazza (Elisa), su
cui l'assassino ha fatto scempio infilando due spilloni negli occhi. Le
indagini le porta avanti Raimondi Cesare: ovviamente arriva alla conclusione
più ovvia arrestando l'ex amante, un professore di letteratura, il prof.
Iniziano così due storie: Sarti che continua discretamente l'indagine e il prof. (così viene indicato nel libro, ma sarebbe anche un conte) che passa le sue giornate in cella.
Iniziano così due storie: Sarti che continua discretamente l'indagine e il prof. (così viene indicato nel libro, ma sarebbe anche un conte) che passa le sue giornate in cella.
Sarti non è convinto della facile onclusione cui sono giunte le
indagini: riceve a casa un pacco (che l'assassino chi ha recapitato)
contenente reperti etruschi legati ad una immagine di un rituale
funerario che ricorda come è morta la ragazza. Anche Rosas gli mostra
una foto, recuperata da un libro di antiquariato, con contenuto simile.
Il prof, nel frattempo in carcere, inizia a conoscere questo nuovo
(per lui) mondo. I carcerati, cui cerca di insegnare a leggere, le
guardie e la ditrettrice del carcere, che condivide a sua volta la sua
stessa vita da reclusa, all'interno delle stesse mura.
Pur se scritto da due mani diverse, il libro mantiene una unità di
stile: i due racconti, che si intervallano capitolo dopo capitolo si
integrano bene. Allo stile scorrevole e ironico di Machiavelli, che
descrive le indagini di Sarti, seguono le pagine più "lente" e
riflessive sul prof.
Sarti deve anche indagare all'interno della Questura, per scoprire se è presente una talpa.
Settembre 2004.
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