La storia della campagna di Sicilia, durante la seconda guerra
mondiale, vista però con un occhio diverso da quello dalla storiografia
ufficiale. In questo libro non si parla solo dei protagonisti
"ufficiali": Patton, Montgomery, Kesserling, ma anche di altre persone,
militari, civili, religiosi che si mossero per far si che la storia
seguisse un certo percorso.
Nel 1941, con l'ingresso degli Stati Uniti in guerra, i servizi
segreti della marina e i nascenti servizi segreti militari (OSS),
iniziarono ad intrecciare rapporti con la malavita italiana, sperando
che questi fornisse informazioni utili per contrastare le incursioni
della marina tedesca nell'Atlantico. I mafiosi, Luciano, Lansky,
Adonis ricevettero una immunità, in cambio di informazioni sulla
Sicilia: la postazioni militari, la mappa dei fondali e delle coste, una
serie di indirizzi di persone, in Sicilia e in Italia, "fidate", cui
appoggiarsi in caso di sbarco.
L'OSS, il cui capo era Donovan William, creò una sezione Italia,
con a capo Earl Brennan. Si mise in contatto anche con esponenti del MIS
(Movimento Indipendentista della Sicilia), tra cui Finocchiaro Aprile,
Lucio Tasca il giudice Piazza. La rete del MIS era molto potente: legata
alle logge massoniche (di antica tradizione in Sicilia e con stretti
legami con la vecchia nobiltà inglese) da una parte e ai capi-mafia
dall'altra, svolse un ruolo importante nel sobillare nei militari in
Sicilia (il 75 % dei militari che dovevano difendere le coste della
Sicilia era siciliano) sentimenti antifascisti ("questa è una guerra
fascista, non siciliana"). I militari, ma anche la popolazione erano
duramente provati da 3 anni di guerra.
Nel libro si parla anche del compormanto dei vertici militari: a
cominciare dal re (scritto volutamente con la minuscola) Vittorio
Emanuele III, che all'inizio della guerra lasciò parte dei suoi
investimenti in una banca inglese. A differenza degli altri beni
italiani, questi denari non furono confiscati, ma confluirono nel
"Prestito della Vittoria", acceso dal governo di Sua Maestà, per
sconfiggere i nemici, tra cui l'Italia stessa.
I vertici della marina vengono accusati di alto tradimento: la marina
era sempre stata ostile al governo fascista (a differenza
dell'aviazione e, in parte dell'esercito): molti ammiragli erano legati a
logge massoniche, avevano contatti con alti ufficiali inglesi, avevano
mogli inglesi o americane. Questi avevano deciso che il modo migliore
per sconfiggere il fascismo era sabotare segretamente la sua guerra: le
stesse idee che avrebbero portato un qualsiasi soldato alla corte
marziale, furono la base del comportamento ambiguo dei nostri ammiragli:
amm. Maugeri (del servizio segreto navale), amm. Sansonetti (capo di
S.M.).
Questi discutibili legami crearono dei dubbi sulla fedeltà della
marina alla guerra: a cominciare dalle spiate che
permisero l'affondamento di molti mercantili nel mediterraneo destinati
al trasposto di armi per le truppe d'Africa (e di conseguenza alla morte
di molti marinai italiani). Per proseguire dalla mancata invasione di
Malta, per finire al comportamento durante l'invasione: la quarta
potenza navale al mondo, lasciò gran parte delle sue navi a La Spezia,
senza contrastare le navi alleate.
Una "generazione sfortunata" si trovò a combattere una guerra, senza
alcuna preparazione senza materiali a sufficianza, che veniva sabotata
direttamente dall'alto: mentre i militari combattevano e morivano in
Tunisia, in Sicilia e, prima ancora in Russia, a El-Alamein, il re,
Badoglio i Capi di S.M delle forze armate avevano già deciso per la
resa, preoccupandosi solo di salvare la propria persona e i propri
interessi. Per poi sfuggire dinanzi alle responsabilità.
La campagna di Sicilia portò a 5000 morti italiani, contro i 2900
americani e 2700 appartenenti al Commonwealth. Non furono numeri da
carneficina (per fortuna): i tedeschi desideravano solo guadagnare
tempo; gli alleati avevano una tale superiorità da non voler rischirare
troppo; gli italiani erano già proiettati per l'ennesimo valzer di casa
Savoia. Tra i ragazzi della generazione sfortunata, a morire furono
quelli tennero la divisa buttata dai più, che ubbidirono agli ordini ai
quali molti si sottrassero, che decisero di compiere il loro dovere
senza se e senza ma.
Post giugno 2004.
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