Firenze 1965: il commissario Bordelli deve indagare sulla morte di un
usuraio, Tano Badalamenti, ucciso da un colpo di forbice sulla nuca.
L'autopsia del dottor Diotivede rivela solo che l'assassino è mancino.
L'indagine la deve portare avanti da solo, poichè Piras, rimasto ferito in una sparatoia, si sta curando dai suoi in Sardegna. Il commissario trova, nascosto sotto una mattonella del pavimento, una lista di persone
cui l'usuraio aveva prestato dei soldi.
L'indagine la deve portare avanti da solo, poichè Piras, rimasto ferito in una sparatoia, si sta curando dai suoi in Sardegna. Il commissario trova, nascosto sotto una mattonella del pavimento, una lista di persone
cui l'usuraio aveva prestato dei soldi.
Rispetto ai precedenti libri ("Il commissario Bordelli", "Una brutta
faccenda. Un'indagine del commissario Bordelli"), Vichi indugia di più
sui ricordi di guerra di Bordelli: la lotta contro i nazisti, i suoi
compagni morti ...
"Bordelli rivedeva ancora il treno che riportava Caimano a casa
sua, un treno di cadaveri che attraversava mezza Italia distribuendo
corpi a ogni fermata. Un treno sudicio guidato da uomini sudici, ma
ugualmente aveva qualcosa di allegro perchè viaggiava in un paese senza
più nazisti e con fascisti sconfitti, un paese distrutto e sbandato che
sperava in qualcosa di meglio che non ritrovarsi tra i coglioni gente
come Badalamaneti".
Post giugno 2004.
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